Saluti di altri compagni del (nuovo)PCI

(nuovo)Partito comunista italiano

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agosto 2019

Saluto del Comitato di Partito Nadja Krupskaija all'attivo della Federazione Lombardia del P. CARC sulla diserzione di Angelo D'Arcangeli e Chiara De Marchis, svoltosi mercoledì 21.08.2019.


Ai compagni del Partito dei CARC, ai collaboratori del P.CARC e ai compagni, lavoratori e altri comunisti presenti: intendiamo contribuire come Comitato di Partito del (nuovo) Partito Comunista Italiano al dibattito che si sta avviando tra le fila della Carovana del (n)PCI e tra tutti coloro che hanno a cuore le sorti del movimento comunista in Italia e i problemi che riguardano la sua rinascita.

Abbiamo ricevuto dal Centro (n)PCI la richiesta di saluto pervenuta dalla Segreteria Federale per l'importante iniziativa di questa sera. In essa discuterete il contenuto dell'Avviso ai Naviganti n. 91 e n. 92 e del video messaggio di Angelo D'Arcangeli. Farete cioè il bilancio del fallimento dell'operazione di rafforzamento del Centro clandestino del (n)PCI entrata nella sua fase operativa da gennaio 2019 e fallita per la diserzione, consumatasi nei giorni scorsi, di Angelo D'Arcangeli e Chiara De Marchis, i due compagni ex dirigenti del P. CARC e membri del (n)PCI coinvolti nell'operazione. La diserzione arreca un danno grave al Partito e al movimento comunista che sta rinascendo, ma come in ogni cosa dobbiamo imparare a rovesciare il negativo in positivo.

Per farlo dobbiamo anzitutto inquadrare le cose dall'alto, alla luce dell'analisi della fase, degli obiettivi e dei compiti dei comunisti.


Per uscire dal pantano in cui la borghesia imperialista, in particolare la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti e il suo clero hanno condotto l’umanità, per sfuggire dal precipizio in cui ci trascinano, bisogna costruire la rivoluzione socialista. La rivoluzione socialista è la creazione, un passo dopo l’altro, nel nostro paese di un sistema di potere basato sulle organizzazioni operaie e popolari, in particolare operaie, dirette dal partito comunista. La rivoluzione socialista è un movimento di massa, ma solo il partito comunista è in grado di promuoverlo. Bisogna quindi far crescere il partito comunista, rafforzarlo. Oggi le condizioni per la rinascita del movimento comunista e l'instaurazione del socialismo ci sono tutte.

La classe dominante non riesce più a governare la società con le prassi e le consuetudini di un tempo. A livello internazionale cresce l'opposizione alle aggressioni economiche e militari dei gruppi imperialisti e si acuiscono i contrasti a livello internazionale tra gli stessi gruppi imperialisti. A livello nazionale, il sistema politico delle Larghe Intese è in caduta libera. Cresce la rottura tra le masse popolari e partiti, gruppi, organismi ed esponenti delle Larghe Intese. Questi sono costretti a mobilitare le masse contro le stesse misure che hanno appoggiato, promosso e attuato ai danni delle masse popolari negli ultimi 40 anni.

Conte si è dimesso e questo conferma la provvisorietà del governo M5S-Lega, segno dell'impossibilità di conciliare gli interessi della classe dominante con quelli della classe operaia e delle masse popolari, segno che per attuare politiche in favore delle masse popolari bisogna mobilitare gli organismi operai e popolari, segno della breccia che sempre più si allargherà tra le masse popolari e le Larghe Intese. Di essa i comunisti devono approfittare per andare verso il Governo di Blocco Popolare.

NO TAV, SI Cobas, il Camping CIG della ex Lucchini di Piombino, Alitalia, FCA, ILVA, Whirlpool, Bekaert, SANAC, CALP di Genova... i focolai della resistenza delle masse popolari si moltiplicano in tutto il paese. Sta a noi comunisti rompere con il pessimismo, con la sfiducia e la rassegnazione, isolare nelle nostre file i loro portavoce che si ostinano a non trasformarsi, reclutare con coraggio le persone di buona volontà desiderose di fare e imparare, dedicarci alla nostra causa con la devozione e l’eroismo che essa merita, imbracciare con scienza e coraggio la strada della mobilitazione e dell’organizzazione dei lavoratori delle aziende private e pubbliche e convogliare tutte le manifestazioni della loro resistenza nel fiume della rivoluzione che instaurerà il socialismo. Per farlo dobbiamo rafforzare il partito e in generale il movimento comunista.

La crescita e lo sviluppo della rivoluzione socialista attiene principalmente a quanto i quadri del partito si cimentano nell'assimilazione e uso della concezione comunista del mondo, nel rafforzare la propria capacità di orientarsi e di orientare gli altri. L’esperienza del movimento comunista ci insegna infatti che per guidarle a instaurare il socialismo i comunisti devono diventare la nuova classe dirigente delle masse popolari.

Cari compagni, fin dalla sua nascita il (n)PCI ha dichiarato guerra alla borghesia imperialista e alla Repubblica Pontificia e proprio una guerra stiamo combattendo, una guerra che terminerà con l'instaurazione del socialismo. Da qui la natura clandestina del partito. Il (n)PCI (e ogni suo organismo) deve quindi porsi come un corpo di combattenti scelti, di combattenti d’elite dell’esercito proletario, determinati a combattere questa guerra. Ogni suo membro deve comportarsi come membro di questo corpo d’elite. Ad esso sono ammesse solo persone disposte ad assumersi compiti particolari e dedite senza riserve alla causa (è un aspetto riassunto nell’espressione “riforma intellettuale e morale”): c’è una differenza tra l’insieme delle organizzazioni delle masse popolari e il partito comunista. Come ben illustrato da Lenin nello scritto I compiti immediati del potere sovietico (in Opere Complete, vol. 27 - Editori Riuniti 1967, pagg. 211-248 e riportato in La Voce n. 48), il partito comunista è un corpo d’elite che è strettamente legato alle masse popolari, ma è legato alle masse popolari allo scopo di (e nel senso necessario a) dirigerle a fare la rivoluzione socialista (in un certo senso, si potrebbe dire che è legato alle masse popolari come il volante o il motore è legato all’auto), a instaurare la dittatura del proletariato e a trasformare l’intero sistema delle loro relazioni sociali, la concezione del mondo predominante tra esse, la loro mentalità e i loro costumi (in una parola, a trasformarsi). In definitiva rivoluzione socialista e costruzione del socialismo sono principalmente trasformazione delle masse popolari, da sottomesse a dirigenti. In questo processo anche i comunisti sono costretti a trasformare la propria concezione del mondo, la propria mentalità e in una certa misura la propria personalità. Tutto questo è possibile e nel partito avviene nella misura in cui ogni compagno lo fa: gli avanzamenti e le conquiste sul piano teorico e pratico della Carovana del (n)PCI stanno a dimostrarlo. In tutto questo, il Centro clandestino del partito è il principale organismo, è una struttura militare, deputato a promuovere e dirigere la guerra rivoluzionaria: è il quartier generale.

Il Partito dei CARC, nostro partito fratello, contribuisce all'opera gloriosa che il (n)PCI promuove innanzitutto alimentando, nell'ambito dell'agibilità politica pubblica ancora concessa ai comunisti in questo paese, le 3+1 condizioni per il GBP e, in questa fase specifica, attuando la linea di “allargare la breccia” e “diventare un partito di quadri e di massa” e mettendo a contributo della lotta per il GBP e il socialismo la base rossa e ogni individuo di buona volontà. Esso ha un suo funzionamento distinto dal (n)PCI, metodi di lavoro differenti e un livello di disciplina diverso.


Posta questa analisi della fase, degli obiettivi e del ruolo e compiti dei comunisti, ora dobbiamo trattare le contraddizioni e i nodi aperti che la diserzione di Angelo D'Arcangeli e di sua moglie Chiara De Marchis mettono in luce. Cosa impariamo per fare meglio il lavoro che stiamo facendo?

1) I comunisti possono svolgere il proprio ruolo storico solo se si assumono la responsabilità di dirigere e si danno i mezzi per farlo trattando ogni questione alla luce della concezione comunista del mondo. Di conseguenza, gli errori e i limiti di un partito rivoluzionario quale il (n)PCI si definisce, che anzi ha l'ardire di rivendicare la giusta strategia per portare a compimento la rivoluzione socialista in Italia fondata su un giusto e scientifico bilancio dell'esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale, non sono attribuibili agli individui in quanto tali (alla “natura umana”, alla “cattiveria dei dirigenti”, al “tradimento dei capi”). Per chi ha visto il video del disertore, pieno zeppo di “buone ragioni”, potrà sembrare che tutto sommato ha ragione, e sembrerà così per tutti coloro che nell'analisi della realtà non partono dalla valutazione del corso oggettivo delle cose e dagli obiettivi che i comunisti perseguono, dal piano di guerra che si danno. La “cattiveria dei dirigenti” (tradotta nel linguaggio del disertore “il dirigente non applica il centralismo democratico”) è stato un ritornello di tutte le lotte ideologiche che hanno attraversato il movimento comunista e anche la Carovana, facendo fronte alle quali la Carovana stessa e i suoi organismi sono avanzati. I membri storici del P.CARC lo sanno bene. Dobbiamo quindi imparare a trattare ancora meglio le divergenze al nostro interno non come “personalismi” ma come errori e problemi di concezione e linea. In questo modo rendiamo un buon servizio al collettivo (lo facciamo crescere) sia in termini ideologici che politici.

2) Il crollo di Angelo conferma la difficoltà di costruire in un paese imperialista il partito comunista di cui c’è bisogno per promuovere la rivoluzione socialista e portare la classe che ne è protagonista (gli operai delle aziende capitaliste e, a scalare, i lavoratori delle aziende pubbliche, il resto del proletariato, il resto delle masse popolari) a prendere il potere e avviare la transizione al comunismo. Difficoltà dovute anche al fatto che i quadri rivoluzionari non vengono dalla classe operaia (per la maggior parte) e portano con sé tutti i retaggi, le fantasie, gli umori e le idee della propria origine di classe e su questi compagni dobbiamo imparare a fare uno specifico lavoro di formazione ideologica, politica, e rafforzamento della propria tempra rivoluzionaria. Per i comunisti è essenziale e decisivo quindi conoscere, assimilare ed usare la concezione comunista del mondo: in un paese imperialista lo sviluppo della rivoluzione socialista è principalmente se non unicamente un problema di “capi” che imparano ad usare la concezione comunista del mondo nella lotta politica e per sviluppare ed elevare la resistenza e la disperazione delle masse popolari al livello di lotta, di conquista e di esercizio del potere. In questo processo non è scontato che la pratica segue la teoria: comprendere, assimilare e usare la concezione comunista del mondo per elevare la propria dedizione alla causa, orientarsi e orientare gli altri, temprarsi così nella lotta di classe. Per i compagni del (n)PCI questo vuol dire avanzare più profondamente nella propria Riforma Intellettuale e Morale e organizzare la propria vita in modo coerente con il fatto che siamo in guerra, che stiamo conducendo una guerra. Dobbiamo avanzare con più scienza, passione e dedizione nella formazione di quadri di partito in grado di orientare e dirigere la lotta di classe, dedicarci con più convinzione e creatività alla valorizzazione delle decine di contatti che ci circondano per metterli a contributo della lotta per il socialismo. Dobbiamo coinvolgere ad un livello superiore chi già coinvolgiamo. Dobbiamo reclutare tutti i compagni, i lavoratori, le donne e i giovani che sono disposti ad arruolarsi tra le fila della Carovana per far fare loro quell'esperienza di lotta di classe necessaria per liberarli dalle grinfie della borghesia e renderli costruttori della nuova società. La migliore risposta al disfattismo, allo scetticismo, al pessimismo, alla confusione e al senso di inadeguatezza (se non ce l'ha fatta Angelo, storico dirigente del P.CARC, come posso farcela io?!) che semina il video del disertore, è l'aumento in qualità e quantità della lotta politica rivoluzionaria a partire dal bilancio dell'esperienza.

3) Chi è devoto alla causa del comunismo, chi ne ha capito l’importanza e il significato umano e razionale, se vede che nel Partito qualcosa non va bene, che qualche compagno si comporta in maniera irresponsabile e sleale, che qualche dirigente non è all’altezza del suo ruolo ed è succube della cultura e della mentalità corrente, senza slancio e iniziativa, che qualcosa si può fare meglio: chi si accorge di questo si batte per fare andare meglio le cose, mobilita altri compagni che certamente capiscono anche loro che le cose non vanno bene, si appella alle istanze del Partito e agli organi dirigenti che devono intervenire e interverranno. Insomma lotta (la lotta tra le due linee, e non lo scontro di individui e

prime donne, è permanente nel Partito: è una scoperta che costituisce uno dei sei più importanti apporti del maoismo alla concezione comunista del mondo) per determinare un avanzamento, non abbandona il campo, e nel caso dei dirigenti di alto livello nel Partito non diserta ma si mette all'opera per fare quanto necessario (non “quello che è umanamente possibile” o “quello che meglio riesce a fare” o peggio “quello che gli piace fare” fino a che la propria salvaguardia non è a rischio) per far crescere l'intero Partito.


Avanti compagni nella rinascita del movimento comunista: la diserzione, per quanto dannosa e dolorosa, c'è stata e altre ce ne saranno tanto più il movimento comunista crescerà e la lotta di classe imporrà ai comunisti di lottare con sempre più determinazione. La diserzione va infatti inquadrata in un problema che si è posto quando il (n)PCI è cresciuto: attiene ad un salto di qualità che la fase politica impone se vogliamo avanzare, è un problema di crescita: quando un bimbo impara a camminare, è inevitabile che cada. La storia del movimento comunista è piena di disertori, alcuni “recuperati” dopo una seria autocritica, altri che si sono affiancati al nemico: l'aspetto principale non è l'individuo, ma il collettivo (il Partito) e la sua opera, fare dell'Italia un nuovo paese socialista.


Vi invitiamo a continuare sulla strada che state percorrendo, a collaborare con noi segnalandoci contatti e dandoci elementi di inchiesta sulle OO-OP, a richiedere saluti e contributi, a inviarci critiche e proposte, a far conoscere l'esistenza del (n)PCI tra la classe operaia e le masse popolari (la sua esistenza, le sue parole d'ordine, la sua analisi e linea) ecc. La rinascita del movimento comunista è inevitabile ma dipende da ognuno di noi.


Gli individui possono andare e tornare, i dirigenti possono essere aggiunti o rimossi, ma la lotta di classe continua, la resistenza spontanea delle masse popolari si sviluppa e cresce: il Partito continua e continuerà la sua lotta per instaurare il socialismo imparando anche dalle sconfitte, fino alla vittoria finale!


21.08.2019

Il Comitato di Partito del (n)PCI, Nadja Krupskaija

Per contatti e.mail: cdp.krupskaija@net-c.com